lunedì 1 ottobre 2012

Aurelia, il regno delle prostitute. "Sulla strada comprata dai clan"

IL RACCONTO

Ogni giorno blitz e arresti: quest'anno liberate già 12 ragazze. Dalla Salaria alla Colombo, sino all'Esquilino: una guerra senza fine in tutta la città

di MASSIMO LUGLI

"Io lavoro da sola. Niente protettore. Mai avuto uno. Una volta sola hanno provato a rapinarmi, a Milano, ma ho preso il numero di targa e li ho denunciati. Qui non ho mai avuto guai quanto alle mie amiche... Beh, non lo so, ognuna si fa gli affari suoi".

Giorgiana strizza gli occhi per difendersi dal sole e fa una smorfia da monella. Magra, lunghe gambe abbronzate, un viso da ragazzina, aspetta i clienti nel tratto di Aurelia che va da Mondo Convenienza fino a Ponte Massimino, proprio la fetta di strada venduta per 10mila euro a una banda di sfruttatori rom sgominata, due giorni fa, dai carabinieri del colonnello Rosario Castello, comandante del gruppo di Frascati. Un episodio unico su cui gli investigatori stanno cercando di vedere più chiaro, anche per capire se altri tratti delle consolari siano state al centro di una compravendita simile. Il solo precedente fu scoperto, alla fine di dicembre, proprio dai carabinieri di Frascati ai Pratoni del Vivaro: nove persone in carcere tra cui il proprietario di un'area di pic nic dove i transessuali, per "lavorare", sborsavano una tangente "una tantum" che andava dai mille ai 3mila euro oltre a un "pizzo" che oscillava dai 30 ai 50 euro giornalieri.


"Non pensiamo che il mercato sia gestito, in monopolio, da grosse organizzazioni che si dividono il territorio, si tratta, piuttosto, di piccole gang indipendenti, spesso a gestione familiare, che si accordano o entrano in conflitto tra loro  -  spiega il colonnello Castello  -  i romeni di etnia rom sono particolarmente brutali, nei metodi di sfruttamento delle ragazze che trattano come merce, spendono pochissimo per vitto e vestiti e trattengono quasi tutto il guadagno. È una malavita molto aggressiva, che si dedica anche a furti e rapine in villa". L'arma delle espulsioni (che teoricamente vale anche per i cittadini comunitari, quando si riesce a provare che vivono di reati o prostituzione) funziona pochissimo: i romeni tornano al loro paese e dopo pochi mesi rientrano in Italia. Le ordinanze dei comuni contro la prostituzione hanno perso gran parte della loro efficacia: le ragazze, inizialmente, sono sparite, poi sono tornate con un abbigliamento più castigato e, ultimamente, hanno ripristinato corsetti inesistenti e minigonne inguinali. Come Gioiana.

"Non ho mai sentito dire che questo tratto di Aurelia fosse stato venduto  -  si stupisce (e se recita è da Oscar)  -  a me nessuno ha chiesto niente". La storia di questa ragazzina ventiduenne approdata dalla Romania in cerca di un po' di stabilità economica è simile a tante altre, ammesso che si riesca a districare qualche brandello di verità dal solito impasto di bugie: due figli di 4 e 2 anni, un divorzio, una mamma che riceve il denaro e ignora (o finge di ignorare) da dove provenga, una media di 30 euro a cliente e di 200 a sera, se va bene, proposte continue di "fare" senza profilattico per 70 o 100 euro: "Ma io non ci sto, ho dei figli a cui pensare, non posso ammalarmi". Il piagnisteo standard di tante schiave del sesso che spesso nemmeno sanno di esserlo.

Auto avanti e indietro sull'Aurelia, pericolosi rallentamenti nel tratto "venduto" qualche ragazza che fa capolino e si rintana alla vista dell'auto dei carabinieri. Un tipo untuoso, alla guida di una vecchia Punto grigia, accosta, viene fermato ma se la cava con un rimbrotto e va via, grato: "Se dovessimo contestargli la violazione dell'ordinanza sulla prostituzione da strada rischieremmo di perderci mezza giornata" taglia corto il capitano Emanuela Rocca, comandante della compagnia di Tivoli, che ci accompagna nel tour nelle nuove frontiere del piacere a tassametro. Un business secondo solo a quello della cocaina e che produce una lunga serie di reati: dallo sfruttamento alle violenze, dalla riduzione in schiavitù fino alle rapine per ritorsione quando qualcuno sconfina o tenta di invadere il territorio altrui.

Le zone più gettonate, oltre all'Aurelia, la Salaria o la Colombo, sono l'Esquilino, Prati Fiscali, Pratoni del Vivaro, la Polense. Per i carabinieri è una guerra senza fine e i dati parlano chiaro: 45 arresti per sfruttamento nel 2011 e già 27 nel 2012, 30 ragazze liberate l'anno passato e quindici da gennaio a maggio, 107 prostitute denunciate per atti osceni o inosservanza del foglio di via nel 2011 e 27 nel 2012. Le multe che colpiscono le ragazze (378 nel 2011, già 212 quest'anno), ovviamente, non verranno mai pagate. Quelle dei clienti (173 l'anno scorso e 74 quest'anno) hanno smesso di essere uno spauracchio. Le ragazze sono al 70 per cento romene, con un 10 per cento di nigeriane, un 10 per cento di italiane, un 5 per cento di "viados" e un altro 5 per cento costituito da una macedonia di nazionalità ed etnie. "Per abolire la prostituzione, bisognerebbe abolire gli uomini" sentenziava Maria Teresa d'Asburgo. Un paradosso blasè.... forse.
(18 maggio 2012)

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