venerdì 21 settembre 2012

Testaccio, deejay difende una ragazza in due gli spezzano un braccio


Alessio mostra il braccio fratturato
di Laura Bogliolo



ROMA - Calci, pugni e quel colpo fatale che gli ha spezzato il braccio in due. Ha sentito le grida, ha iniziato a correre e ha visto quella ragazza in via Galvani con il volto gonfio per gli schiaffi e i pugni. Ha cercato di bloccare l’aggressore, un ragazzo alto e magro,ma all’improvviso è apparso un altro uomo e il pestaggio è iniziato.

Qualche ora prima era salito sulla console di una discoteca del Centro e aveva incitato i ragazzi: «Basta botte, usate la notte per ballare». Alessio, 21 anni, è uno dei deejay che ha aderito alla campagna Movida sicura, promossa anche da Fiorello. «Ciao Pischelli, non litigate» l’appello dello showman in un video messo online su YouTube giorni fa.
Anche Alessio crede fermamente in quello slogan, e la notte tra sabato e domenica, è diventato vittima di quella violenza che detesta perché purtroppo conosce bene. «Non c’è un weekend che non scoppi una rissa fuori a qualche locale» racconta mentre fa una smorfia di dolore toccandosi il braccio sinistro fasciato.

Ha forti dolori e questa mattina verrà operato: 40 i giorni di prognosi per la frattura all’ulna. Ma se gli chiedi «lo rifaresti?» lui non ha dubbi: «Sì, non si può picchiare una donna». E inizia a raccontare le grida della ragazza, la corsa insieme agli altri amici fino alla fine di via Galvani, angolo via Beniamino Franklin, poi quella scena terribile: «Un ragazzo ha iniziato a prendere a calci un’auto, una Cinquecento, la ragazza alla guida è scesa e quell’uomo ha iniziato a picchiarla».

Alessio è il primo ad arrivare, è un giocatore di rugby, è allenato. «Sono riuscito a bloccare l’aggressore, ma all’improvviso è spuntato un altro ragazzo, molto più grosso, erano delle furie, sicuramente drogati». «Fatti i cazzi tua» hanno iniziato a gridare i due aggressori. Pugni e calci contro Alessio che prova a coprirsi il volto con le braccia. «Mi hanno colpito violentemente, ho sentito un dolore atroce al braccio».

Intanto gli amici lo raggiungono e i due aggressori scappano in macchina. «Avevano una Alfa Romeo Brera bianca, i miei amici hanno scattato una foto con i cellulari alla targa, ma l’immagine è sfocata» racconta il deejay.

Alessio spiega che prima di intervenire, gli amici hanno provato a chiamare le forze dell’ordine con il cellulare. «Ma non rispondevano, forse avrei dovuto aspettare, forse sono stato imprudente- ripete - ma non potevo rimanere immobile». Il deejay è sconcertato per quella «violenza così gratuita», ma anche per l’indifferenza della gente. «C’erano tante persone - racconta - nessuno è intervenuto, e se quella ragazza l’ammazzavano?».

Alessio sospira, pensa a quella frase dei genitori («non dovevi intervenire, ti è andata bene») e sussurra: «Potevano massacrarmi, fortunatamente sono un giocatore di rugby e sono allenato, se al posto mio fosse intervenuto qualcun’altro avrebbe rischiato molto di più». Il pensiero va ad Alberto Bonanni, selvaggiamente aggredito senza motivo a Monti da un branco inferocito. «Il sabato sera a Roma può succedere di tutto - dice - quando si esce si deve usare la testa, non le mani, io non bevo, non fumo e detesto la droga, sono uno sportivo, ma purtroppo c’è tanta gente violenta in giro». La denuncia dell’aggressione ancora non l’ha fatta, aspetta l’operazione a cui verrà sottoposto oggi: «Adesso voglio solo pensare a guarire».
Martedì 19 Luglio 2011 - 11:59

 

Fonte: Messaggero

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