venerdì 21 settembre 2012

Movida, il questore dice no ai vigilantes «Niente piazza, restino dentro i locali»

Della Rocca: «Faremo controlli continui contro le violenze». Gli addetti alla sicurezza «regolamentati da una norma del 2010: se in difficoltà, chiamino la polizia»

 

Pattuglie della Polizia in Campo de' Fiori (Ansa)Pattuglie della Polizia in Campo de' Fiori (Ansa)





ROMA - Occhi privati sulla movida. Un servizio di vigilanza parallelo ai controlli delle forze dell'ordine con l'obiettivo, almeno sulla carta, di limitare gli episodi di violenza e contenere gli avventori che creano problemi. Lo vogliono i titolari dei discopub del centro - che lo hanno inserito come proposta nella trattativa con il Campidoglio, avviata dopo il ritiro del ricorso al Tar contro l'ordinanza anti-alcol -, lo rifiutano invece gli abitanti che già immaginano e temono le loro strade presidiate da un «esercito» di mercenari. Con il rischio di un'escalation.


Movida in centro (Jpeg)Movida in centro (Jpeg)






«Non chiamiamoli buttafuori - avverte il questore Fulvio Della Rocca, per tutta l'estate in prima linea nel contrasto alla movida violenta -, si tratta di addetti alla sicurezza regolati da un'apposita normativa (entrata in vigore nel 2010) e iscritti negli elenchi della Prefettura. Effettivamente in passato, prima del regolamento, in qualche caso sono stati protagonisti di situazioni e comportamenti sopra le righe. Ora se rispondono ai requisiti di legge possono essere utilizzati, ma sempre per controllare cosa accade all'interno di un locale, non all'esterno. Non devono assolutamente diventare complici di chi è coinvolto in una rissa - aggiunge il questore -. Possono allontanare persone moleste, ma se si trovano in difficoltà devono chiamare subito le forze dell'ordine».

Agenti di polizia effettuano controlli nelle zone della movida (Jpeg) Agenti di polizia effettuano controlli nelle zone della movida (Jpeg)





Per il responsabile di San Vitale i securitymen in regola «sono una garanzia per gli stessi esercenti perché responsabili in prima persona dei loro comportamenti». In poche parole, nessuna preclusione, ma chi sbaglia paga. D'altra parte, fin dal suo insediamento, il questore ha applicato la stessa filosofia con i locali notturni teatro di risse e aggressioni: «La prima cosa che chiedo prima di prendere provvedimenti è "Ma il titolare ci ha chiamato?" - sottolinea -. Perché se lo ha fatto, allora non ha responsabilità nell'accaduto. Per questo gli esercenti devono avvertire subito le forze dell'ordine».

Controlli notturni dei vigili in Campo de' Fiori (Jpeg)Controlli notturni dei vigili in Campo de' Fiori (Jpeg)





«È una stagione lunga, calda. La gente tende a stare in strada fino a tardi. E noi facciamo controlli continui. A Ostia, ad esempio, ho preso misure drastiche che hanno dato risultati. Non mi scompongo se poi il Tar ha deciso in altro modo. Fa parte del gioco. Come questore ho delle prerogative e intendo utilizzarle tutte».


U vigile tra i ragazzi della movida (Jpeg)Un vigile tra i ragazzi della movida (Jpeg)









Ma ogni notte nei quartieri della movida accade qualcosa. L'ultima il jumping : teppisti che saltano sulle auto in sosta. «Quella però è una questione di inciviltà, di maleducazione, non di ordine pubblico - dice ancora Della Rocca -. Non possiamo sostituirci alla famiglia e alla scuola. Collaboriamo con tutti, ascoltiamo le istanze dei titolari dei locali e dei residenti, ma dobbiamo anche distinguere gli interventi perché tutti hanno dei diritti: uno che grida in piazza non commette un reato, se un altro rompe una finestra con una pallonata possiamo multarlo, i residenti devono poter dormire». «Dobbiamo agire con criterio, senza generalizzare e militarizzare il centro. A Roma è soprattutto una questione di numeri perché episodi come questi avvengono in tutte le città. Sono stato questore a Venezia, Pisa, Ravenna e Agrigento e i fenomeni erano gli stessi. L'importante è raggiungere l'obiettivo che ci siamo prefissati - conclude Della Rocca -: esserci e intervenire sempre in modo tempestivo. E questo stiamo facendo».

Rinaldo Frignani,1 settembre 2012

Fonte: Corriere della Sera

Nessun commento:

Posta un commento