venerdì 21 settembre 2012

Esasperati da movida selvaggia a Ponte Milvio scatta la rivolta

Musica fino alle 3 di notte e strade invase dai tavolini. I residenti si mobilitano con esposti e raccolte firme. "Le auto in tripla fila impediscono il passaggio di ambulanze e vigili del fuoco"

di LAURA SERLONI
       

Raccolte firme ed esposti. Condomini sul piede di guerra per il caos notturno a Ponte Milvio. Alcuni hanno già depositato le denunce, altri hanno iniziato a raccogliere le adesioni tra gli abitanti. I problemi sono la musica da discoteca che rimbomba nelle case di via Flaminia fino alle 3 del mattino e la mancanza di sicurezza nella strada. Sì perché, dopo che sono stati ampliati i marciapiedi per consentire ad alcuni locali di posizionare i tavolini, la carreggiata è stata notevolmente ristretta e con le macchine posteggiate anche in tripla fila, le ambulanze e i camion dei vigili del fuoco non riescono più a passare.

"Non riusciamo a dormire: fino alle 3 del mattino c'è la musica a tutto volume, poi dalle 5 iniziano a transitare i camion dell'Ama per raccogliere le migliaia di bottiglie buttate a terra, insomma non si riesce a chiudere occhio  -  denuncia Alessia Vivaldi del comitato Abitare Ponte Milvio  -  Il municipio XX è completamente assente e non capisco perché continuano a rilasciare permessi per locali e discoteche in una zona già satura". I residenti puntano il dito contro i cocktail bar di via Flaminia e contro i locali lungo il Tevere che aprono in estate. "Non è solo questione di schiamazzi e chiacchiericcio, ma è la musica che fa vibrare tutto. Si va al manicomio. Anche l'Arpa è venuta due volte, ma il problema non si è risolto". E aggiunge Mauro Soldani, un'abitante del condominio che ha presentato l'esposto: "La polizia neanche viene più. La strada è intasata di macchine e di locali. I vigili quel tratto di strada non lo pattugliano neppure. Siamo abbandonati".

Oltre al caos, c'è un problema di sicurezza legato ai tavolini selvaggi per i quali sono stati fatti allargare ad hoc i marciapiedi. "Abbiamo fatto ricorso al Tar  -  dice Giovanna Marchese Bellaroto di Assocommercio Roma nord  -  Ed è servito a focalizzare l'attenzione sul perché, dopo i pareri negativi emessi dal VII dipartimento, dall'ufficio Città storica e dalla Sovrintendenza, ci sia stata, da parte del XX municipio, l'emissione di un titolo autorizzativo. Occorre far luce sui motivi che hanno spinto i consiglieri a votare a favore di queste occupazioni con la direttiva del 18 marzo 2011, agevolando gli interessi di pochi a dispetto di un'intera collettività".

Interviene Ugo Cassone, presidente della commissione capitolina Commercio: "Con un sopralluogo ho potuto confermare l'esistenza di alcune criticità. A breve riunirò la commissione per verificare che siano state rispettate tutte le normative vigenti".
 
(01 giugno 2012)

Fonte: Repubblica 

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