sabato 22 settembre 2012

Aggressione di Piazza Zama del 2007. La controdenuncia del "picchiatore".

Nell'aprile 2007, verso le dieci del mattino, mentre ero alla guida delle mia auto, sono stato aggredito, per cause ancora non chiarite, da un vero e proprio energumeno, che ha "inchiodato" davanti alla mia auto, è sceso e ha colpito il finestrino della mia auto usando un "tirapugni", poi è saltato sul cofano e mi ha sfondato il parabrezza a calci e pugni. Quando sono sceso dall'auto per cercare di rifugiarmi in uno dei bat sul bordo della piazza, mi ha rotto il naso con un calcio al volo, in stile kick boxing, rompendo i miei occhaili e facendoli volare sul cofano di un'auto di passaggio. Poi mi ha colpito all'orecchio sinistro con il tirapugni, causando il distacco del lobo dell'orecchio e lesioni all'articolazione temporomandibolare. Poi, per fortuna, due (eroici) passanti sono riusciti a bloccarlo.

Il soggetto, che sembrava chiaramente sotto l'influsso di sostanza stupefacenti, è poi risalito sghignazzando sulla sua auto (una vecchia Mercedes 1800 coupè)  e ha gridato: "Adesso prova a denunciarmi, così vengo sotto casa tua e ti ammazzo!". Ovviamente io l'ho denunciato.

Queste in allegato sono le foto dei segni del tirapugni sul finestrino della mia auto e la foto del parabrezza sfondato a calci.





Dal momento che il Boldrini mi ha rotto il naso con un calcio "al volo" in stile kickboxing, mentre ero in piedi, ho riportato un trauma cervicale, che ha richiesto mesi di fisioterapia. Dopo l'aggressione, sono stato trasportato in ambulanza al Pronto Soccorso dell'Ospedale San Giovanni, dove ho avuto una prognosi iniziale di venti giorni, successivamente estesa a quaranta. A causa del trauma psicologico subito, sono stato per tre anni in cura con antidepressivi ed ansiolitici.

Per questi eventi, l'aggressore, tale Mario Boldrini, che risultava incensurato (!) ha patteggiato una pena decisamente "buonistica": 6 mesi con la condizionale. Questo anche grazie  a testimoni compiacenti, a poliziotti non proprio da "squadra omicidi" e ad un PM che non era esattamente il tenente Colombo. Purtroppo, questa è la sicurezza nella Roma di Alemanno.

Queste in allegato sono le pagine della controdenuncia dove il Boldrini  dà la sua versione dei fatti.
Prima di analizzare le "interessanti" considerazioni del Boldrini, vorrei dare una descrizione fisica del "soggetto". Ecco una foto scattata nell'autunno 2007 davanti alla palestra di boxe "Fortitudo" di San Giovanni, dove il Boldrini si allenava regolarmente nel periodo dell'aggressione. Il Boldrini stava conversando amabilmene con una sua amica, che, guarda caso, risulterà poi tra i suoi testimoni a favore per l'aggressione di Piazza Zama. 






 Ecco il testo della denuncia del Boldrini.



Già queste prime pagine permettono di fare considerazioni interessanti sulla credibilità del Boldrini. Infatti il Boldrini sostiene che al semaforo di via Satrico che precede piazza Zama io lo avrei inseguito, lampeggiando con gli abbaglianti e suonando ripetutamente il clacson, come se volessi fermarlo per avviare una lite. Peccato che a quell'ora quel semaforo fosse presidiato da ben due Vigili Urbani, che non hanno notato niente di particolare. Qualche minuto dopo, a Piazza Zama, il Boldrini ha "inchiodato" davanti alla mia auto, mi ha aggredito, e poi si è allontanato sghignazzando, minacciando riotorsioni se l'avessi denunciato. I due vigili di servizio al semaforo, avvertititi da un motociclista, si sono recati a piedi sul posto, ed hanno allertato la "squadra incidenti" dei Vigili Urbani, che hanno raccolto sul luogo dell'aggressione quattro testimonianze, tutte a mio favore.

Diversi passanti intervenuti hanno provveduto a chiamare la polizia ed un'ambulanza, che mi ha trasportato all'Ospedale San Giovanni. Ovvviamente, nelle testimonianze raccolte dalla "squadra incidenti" dei Vigili Urbani non c'era nessuna traccia dell'amica del Boldrini, che poi avrebbe testimoniato a suo favore, sostenendo di trovarsi a passare in quel momento per Piazza Zama, ma di non aver avuto il tempo di fermarsi. Nè c'era traccia della testimonianza del meccanico di fiducia del Boldrini, un altro dei suoi testimoni a favore, il quale (ma guarda che combinazione!) si trovava a passare anche lui in quel momento per piazza Zama, ma era troppo impegnato per fermarsi.


Nel seguito della denuncia, il Boldrini racconta un episodio successivo, verificatosi nel giugno 2007, che è estremamente interessante per capire la "psicologia" del "picchiatore romano verace". Il Boldrini aveva minacciato che, se se l'avessi denunciato, sarebbe venuto sotto casa mia per vendicarsi. Nel giugno 2007 avevo da poco terminato i miei 40 giorni di prognosi (la frattura al naso era stata risolta subito in ospedale con un'operazione in anestesia generale, ma ero ancora sotto antidolorifici per i traumi all'articolazione temporomandibolare ed alla cervicale) quando vedo, parcheggiata a pochi metri da casa, l'auto del Boldrini! Risalgo subito a casa per prendere una macchina fotografica digitale, e quando torno giù scopro che il guidatore della Mercedes (che non era il Boldrini) era sceso dall'auto, e si era infilato in un portone, coprendosi il volto con il giubbotto per non essere fotografato (timidezza o precedenti penali?). Sono rimasto all'interno della mia auto cercando di telefonare alla poliza oppure al mio avvocato (purtroppo in questi casi le linee telefoniche sono inesorabilmente occupate), quando da un barbiere della zona è uscito un tizio con i capelli ancora bagnati di shampoo, che è entrato nella Mercedes e si è allontanato sgommando, senza troppo preoccuparsi dei miei scatti, che per la verità non sono molto ben riusciti. Da quello che mi hanno spiegato dopo, subito dopo l'aggressione il Boldrini sperava di non essere riconosciuto (in effetti, quando a Piazza Zama con un calcio mi aveva rotto il naso, mi aveva anche rotto gli occhiali, che erano volati sul cofano di una macchina di passaggio). Per questo, il Boldrini in quel periodo prestava la sua Mercedes 1800 "a cani e porci", nella speranza di poter evitare l'imputazione per l'aggressione di Piazza Zama dicendo che non ricordava a chi aveva prestato la sua auto quel giorno. Ovviamente, le minacce che il Boldrini mi attribuisce nella denuncia sono completamente inventate. Suona particolarmente ridicolo il "linguaggio da bar romanesco" che il Boldrini mi attribuisce, visto che sono di Foggia, quindi se proprio dovessi minacciare qualcuno userei il dialetto foggiano, che è molto diverso.


Nell'agosto 2007 il Boldrini aveva rinunciato al trucco di prestare la sua Mercedes a "cani e porci" per evitare di essere ricnosciuto, e aveva pensatoa un nuovo trucco: si era tinto i capelli di un biondo fluorescente (un colore da vero frocione) per evitare di essere riconosciuto nella foto segaletica che la polizia gli avrebbe scattato per l'identificazione dell'aggressore di Piazza Zama. Sfortunatamenete me lo sono trovato davanti vicino casa mia, a Piazza Epiro, con la sua Mercedes in una serata di agosto in cui Piazza Epiro era letteralmente deserta. Quella volta ho avuto davvero paura. Il Boldrini è alto più di un metro e 85, ed ha un fisico decisamenete palestrato, da vero "picchiatore". Per fortuna mi è andata bene. Ovviamente la storia delle foto è falsa: quella sera non avevo nessuna macchina fotografica, e visto che le strade erano deserte ed avevo paura per la mia sicurezza, pensavo a tutto meno che a scattare foto.




Di questa brutta storia, una cosa mi ha colpito: anche se ti trovi in situazioni di serio pericolo, Polizia e Carabinieri non fanno un cazzo. Quando sono stato aggredito dal Boldrini a piazza Zama, sono stato salvato da degli (eroici) passanti, che hanno fermato il Boldrini, e poi chiamato la Polizia, i Carabinieri, e l'ambulanza. La Polizia è arrivata dopo più di mezz'ora, quando l'ambulanza mi aveva già portato all'Ospedale San Giovanni.

Trovo veramente scandaloso che, dopo l'aggressione di piazza Zama, il Boldrini non sia stato sottoposto nè ad un test per l'uso di sostanze stupefacenti nè ad una visita psichiatrica. Ho fatto parecchia esperienza nel traffico di Roma (da quando ho la patente, ho percorso più di 400 mila chilometri) e so per esperienza che "soggetti" come il Boldrini possono essere estremamente pericolosi.

Per i due episodi successivi, pur avendo telefonato alla polizia, non ho ricevuto nessun tipo di assistenza, se non il consiglio di "evitare di scattare foto" (come se scattare foto fosse un reato). Nella Roma di Alemanno, il livello di criminalità ha ormai raggiunto livelli di guardia, e Polizia e Carabinieri sono letteralmente "con le pezze al culo" per mancanza di fondi.

Nicola La Monaca, settembre 2012

Nessun commento:

Posta un commento