sabato 21 gennaio 2012

Cronache dal Sottosuolo. Io, Roma e le puttane




(Estratto da: Confessioni di un puttaniere)


Lo so, è più forte di me, ma a volte non so resistere. Dopo aver preso una "pasticchetta" per evitare brutte figure (ormai ho superato i cinquanta, e le mie performance a livello andrologico non sono più quelle di una volta) mi avventuro nel buio della Salaria, squarciato solo dalle luci livide dei lampioni stradali, in cerca di una ragazza.

Stasera vado in cerca di ragazze che conosco, ragazze delle quali mi fido. Stasera non voglio nessuna "avventura", voglio solo ripercorrere sensazioni già vissute. Mi fermo in uno dei soliti posti, al margine della strada. C'è una ragazza alta, bruna, che mi sembra di conoscere. Quando mi avvicino capisco che non è quella che cercavo, ma ormai è troppo tardi, preferisco caricarla in auto dopo una breve trattativa.

M. è molto infreddolita, dopo che siamo ripartiti mette al massimo il riscaldamento dell'auto e resta con le mani sulle bocchette dell'aria. In questi giorni fa un freddo polare. Stando in auto non ci si rende conto di quanto queste ragazze soffrano il freddo restando seminude per ore in mezzo alla strada.

M. è dell'est, ed è arrivata da poco in Italia. Prima ha lavorato in un altro paese, dove viveva a due passi dal mare. Passare da una casa a due passi dal mare al freddo della Salaria mi sembra una vera condanna. M. continua a tremare nonostante il riscaldamento dell'auto sia al massimo. Io sono il suo primo cliente di stasera.

Mentre si spoglia, M. mi parla del posto dove viveva prima, a due passi dal mare. M. è davvero una bella ragazza, alta, nè troppo in carne nè troppo magra. Ha poco più di vent'anni. Impiega molto tempo a spogliarsi, perchè è vestita a strati per ripararsi dal freddo. E intanto mi racconta di sè, della sua vita precedente, del fatto che rimpiange di essere venuta in Italia. Quando si toglie il reggiseno esibisce un seno perfetto, nè troppo grande nè troppo piccolo. Perfetto. E poi i capezzoli sono duri, eretti sotto le mie dita e sotto le mie labbra. Glielo dico mentre li accarezzo e li succhio. Dev'essere il freddo. A tutte le donne piace sentirsi dire che hanno un bel seno, anche se lo espongono solo per lavoro. M. mi piace sempre di più. Secondo me dentro è un pò bambina, come molte donne.

(...)


Quando abbiamo finito, M. mi chiede di accompagnarla ad un distributore automatico per acquistare dei profilattici. Mentre guido, M. mi racconta della sua vita precedente, in un paese caldo, in una casa a due passi dal mare. Mi racconta di come ha pianto quando è arrivata nel freddo dell'Italia. Io sono sempre più trasognato, guido quasi a passo d'uomo. Quando arriviamo al distributore di profilattici, la guardo scendere dall'auto con il suo passo sicuro e felpato. Mi piace sempre di più. E' alta solo qualche centimetro in meno di me: sarebbe perfetta per la mia statura. Mi piace come si muove. Fuori è una pantera, dentro una bambina. Comincio a sognare una vita con lei in una casa a due passi dal mare. Impossibile: ho cinquan'anni e sono già pieno di acciacchi. Nessuna mi sopporterebbe. Comincio a sognare la vita di M. in una casa comprata per lei a due passi dal mare. M. sarebbe un'amante perfetta. Comincio a sognare. Se fossi ricco, se non avessi avessi il conto in rosso ... E' ora di tornare alla realtà. Anche se non è mai detto, ci sono stati dei casi simili precedenti. Ad esempio in due film di Salvatores: Puerto Escondido e Mediterraneo.

M. approfitta della sosta a un semaforo per sollevare leggermente il suo giubbotto sulla schiena e mostrarmi il suo tatuaggio. Non ho tempo di vedere bene il tatuaggio, ma lei è bellissima. La accarezzo sulla pelle morbida, vellutata. Mi rendo conto del fatto che nella fretta ho completamente trascurato il suo lato B. Le dico che la prossima volta dovrò assolutamente rimediare. M. mi guarda, sorride. E' una bambina. Io non vorrei mai staccare le mani dalla sua pelle.

Riaccompagno M. sui margini della Salaria, la bacio e l'abbraccio. Penso che non ci rivedremo più, ma incontrarti è stato molto bello.

Mentre ripasso sulla Salaria per tornare a casa, vedo un'auto con il lampeggiante sul tetto che si infila in una via secondaria. Probabilmente sono i Vigili Urbani che Alemanno manda in giro, su delle auto civetta, per multare di 200 euro prostitute e clienti. Non credo che questi soldi possano servire a combattere la prostituzione, ma al Comune di Roma fanno sicuramente molto comodo.

Mentre mi allontano vedo che la Salaria è piena di ragazze. Nella luce livida delle lampade al sodio, ne vedo tre che agitano il sedere sul bordo della strada. Una ha i jeans, è molto giovane, e sculetta in modo un pò meccanico. Ha lo sguardo vuoto, si avvicina troppo alla strada. Non mi piace molto, ma la Salaria non è posto per lei. Ci sarà posto per tutti in quella casetta in riva al mare?


(Roma, via Salaria, gennaio 2012)

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