venerdì 21 ottobre 2011

Wiki Mobbing. Le motivazioni del dott N.



Il caso del dott. N. .

I nomi possono cambiare, gli episodi possono cambiare, ma sembra che il mobbing sia un processo preciso e inarrestabile. O no?




Ufficio HR - Note del dott. Nicola L. su procedimento disciplinare per eventi del...







1.  La discussione con il dott. Stefano F. del ....


La discussione sorta con il dott.Stefano F. ,nel pomeriggio del 1.9.2011, è stata causata dal suo atteggiamentoarrogante e sarcastico nei miei confronti. Quel pomeriggio, il dott. Stefano F. èarrivato addirittura al punto di sbattermi in faccia la porta del suo ufficio.Nei giorni precedenti avevo più volte chiesto al dott. S.tefano F. indicazionisulla motivazione dell’abbassamento di un punto del mio "bollettino", avvenutanel 2001, quando prestavo servizio presso la sua Area, nel settore controllo qualità del software. Prima della discussione del 1.9.2011, avevo provato in diverse occasionia a chiedere al dott. Stefano F. dei chiarimenti sull’abbassamento del bollettino.Ero addirittura arrivato al punto di chiedergli dei chiarimenti ufficialmente,sul Forum 2011 del dott. Sandro A. . Non avevo ricevuto alcuna risposta, se nonun sarcastico: “Prova a dare un’occhiata al tuo fascicolo all'Ufficio HR. Cosa cheavevo già fatto mesi precedenti. Dal fascicolo HR non risultava nulla. Interessante notare che il dott. Stefano F. strava usando in quel momento il cellulare di servizio, ma dal tono sembrava che stesse facendo una telefonata molto personale.

Durante la discussione, al dott.Stefano F. hanno successivamente dato man forte la dott.ssa Ginevra V., cheguarda caso, all’epoca del mio abbassamento di bollettino era una mia collegad’Area, e mi aveva “scavalcato” passando a “funzionario di seconda” propriol’anno dopo l’abbassamento il bollettino, e il dott. Giampiero L.,  un altrocomponente del “fortunato” ufficio di “teorici” e appassionati di jogging inorario d’ufficio nel quale attualmente milita il dott. Stefano F.



2.   Motivazionipregresse della discussione con il dott. Stefano .F.

 

 

Nel 2001, quando il mio Capo Divisione era il rag. Renato O., e il mio Capo Area era il dott. Stefano F., il mio “bollettino” è stato abbassatoda 10 a 9; è poi risalito a 10, restando “inchiodato” a quel valore. Questononostante io avessi dato, almeno dal 2001 fino al 2005, un notevole contributosulle attività dell'area coordinata all’epoca propriodal dott. Stefano F. . Nel 2001, l’unica possibile motivazione per l’abbassamento delmio bollettino poteva essere il fatto che arrivavo abbastanza spesso dopo le9:00. D’altra parte in quel periodo c’erano, all’interno del settore Sistemi Informativi, diverse persone che arrivavano dopo le 9:00: in particolare, lo stesso dott.Stefano F., che tuttora mantiene questa  comoda abitudine, e il dott. Francesco D., che in quelperiodo aveva addirittura chiesto uno spostamento dell’orario d’ingresso alle10:30 per sopperire ai costanti ritardi, ed ha fatto anche lui, come il dott. Stefano F., un'ottima carriera. Questione di raccomandazioni? Mi vengono in mente anche altri nomi di colleghi operanti nelle aree di Tesoreria e di Sportello chearrivavano regolarmente dopo le 9:00: ad esempio, la dott'.ssa Matilde L., oppure la dott.ssa Maria Teresa V. .   L’abbassamento del bollettino avvenutonel 2001 è stato quindi per me del tutto inaspettato, soprattutto perché il mioCapo Area, il dott. Stefano F. , all’epoca arrivava quasi sempre dopo di me. Ricordoaddirittura che, qualche settimana prima dell’abbassamento del bollettino, erostato coinvolto da alcuni colleghi in una nuova attività di sviluppo software su un prototipo Access per l'Ufficio Ricerche Storiche,per cui uscivo spesso dopo le 9 di sera. Sinceramente in quel periodo miaspettavo un innalzamento invece che un abbassamento del bollettino.

L’abbassamento del mio bollettino del2001 costituisce, a mio parere, una delle tante prove delle caratteristicheschizofreniche, o addirittura sadiche, di alcuni dirigenti della Banca.Pur proclamandosi estraneo all’abbassamento del mio bollettino, il dott.Stefano F. mi ha poi gradualmente escluso, senza fornire motivazioni, da tutte leattività qualificate della mia Area (qualità del software e metriche funzionali).Il meccanismo di emarginazione messo in piedi dal dott. Stefano F. nei mieiconfronti è, in retrospettiva, abbastanza simile a quello lamentato dal dott.Antonio R., che per anni ha militato nell’area del dott. Stefano F. . Con la differenza che ildott. Antonio R. è riuscito comunque a passare il concorso a “funzionario di seconda”,e a diventare “funzionario di prima”. E’ importante ricordare che, nel 2001,per un Coadiutore Tecnico con laurea in Informatica quale ero io, arrivare a un“bollettino” sufficiente per il concorso a “funzionario di seconda” (con unvalore di 11 o superiore) era quasi scontato. Diversi colleghi mi hanno dettoche l’abbassamento di bollettino subito nel 2001 era una cosa decisamenteanomala per l’epoca. Ed appare ancora più anomala oggi, in assenza di alcunamotivazione da parte del dott. Stefano F. .

Nel 2001 non sapevo che unabbassamento di un punto del bollettino fosse una cosa così grave, al punto chenon avevo neanche fatto ricorso: credevo che la cosa potesse rientrare nelleregole del gioco. Purtroppo, come mi hanno spiegato dopo, non era così:accettando l’abbassamento del bollettino ho accettato implicitamente, senzasaperlo, l’esclusione dalle attività più qualificate dell’Area nella qualeoperavo.

Nel biennio 2005-2006 ho avuto unperiodo di relativa tranquillità, dovuto, in retrospettiva, a un nuovo CapoDivisione, il rag. Francesco R., che non aveva prevenzioni nei miei confronti. Nel2007 il dott. Stefano F. , diventato Capo Divisione, ha tentato il “tutto pertutto” per mandarmi via, cercando di convincermi a “chiedere spontaneamente” iltrasferimento al CED, dopo avermi accompagnato personalmente dal dott. Tommado G. ,che all’epoca si occupava della ricollocazione delle risorse all’interno dei SI dell'azienda. Il discorso fattomi dal dott. Tommaso G. in presenza del dott. Stefano F. èstato così inaspettato e terrificante (compresa una minaccia di licenziamento)da indurmi a chiedere l’intervento del Sindacato per i colloqui successivi. Dopola richiesta d’intervento del Sindacato il dott. Tommaso G. si è notevolmenteammorbidito, e l’”offerta” di trasferimento al CED è rientrata. I colloqui conil dott. Tommaso G. sono stati estremamente frustranti, anche perché ho dovutostampargli addirittura un grafico con Excel per fornirgli i dati sulla miaproduttività per l’attività di verifica delle stime in Function Points. Allafine dei colloqui, mi è risultato chiaro che il dott. Tommaso G. non aveva nullain particolare contro di me, ed era stato “imboccato” dal dott. Stefano F. , chevoleva liberarsi di me a tutti i costi.

Nell’aprile 2007 c’è stata unaparentesi dovuta a fattori esterni: mentre mi recavo al lavoro sono statoaggredito da un energumeno che successivamente ha “patteggiato” sei mesi direclusione. Dopo l’aggressione sono diventato mio malgrado un eroe o comunqueuna vittima (anche il dott. Alberto C. voleva venirmi a trovare in ospedale) equesto mi ha dato un po’ di respiro a livello lavorativo. Ma l’aggressione miaveva causato diversi problemi sia fisici sia psicologici (mi è statadiagnosticata una sindrome da stress post traumatico) dai quali non mi sonocompletamente ripreso. Purtroppo dopo un po’ di riposo la macchina del mobbingsi è rimessa in moto: il dott. Stefano F. era attivamente coinvolto nel progettodi ristrutturazione dell settore informatico, che prevedeva per le attività più“teoriche” sull’informatica ufficio presiedutodall’ing. Dario R. e riservato a pochi “eletti”. Ovviamente in quell’ufficionon c’era posto per me. A quel punto il dott. Stefano F. mi ha preannunciato che,dopo la scissione della sua Divisione in “buoni” (i teorici) e “cattivi”(tutti gli altri), io sarei stato tra i “cattivi”, e sarei andato, assieme aloro, al CED. Questo ha suscitato le vibrate proteste mie (perché avrei dovutocambiare completamente lavoro) e anche del capo dei “cattivi” dell CED, l’ing.Andrea A. , che immaginava che non sarei stato felice di lavorare con lui. Alla fineè passata una soluzione diversa, apparentemente vantaggiosa: lavorare nella Divisione Sviluppo presieduta dall'ing. Daniele B., nell’area del dott. Antonio R. , e continuarea occuparmi di controllo qualità del software.



3.   Ladiscussione con l’ing. Daniele B. del 1.9.2011.


Nel 2009 ho cominciato a lavorarenella Divisione Sviluppo dell'ing. Daneiel B. . Il primo colloquio con l’ing.D.B. , capo della Divisione, è stato più meno di questo tipo: “Lei è stato assegnato a questa Divisione, ma io non sono contento. Vorrei che Lei chiedesse di andare da qualche altra parte”. Io ho risposto: “Ok, ma da qualchealtra parte dove?”. L’ing. Daniele B. mi ha risposto: “Che ne so? Ha provato nella sede centrale?”.

Dopo l’accoglienza iniziale, nonesattamente entusiastica, il rapporto con l’ing. Daniele B. è andatoprogressivamente peggiorando fino ad arrivare alla discussione oggetto dellanota disciplinare del 1.9.2001. In effetti la Divisione non aveva nessun bisogno diun esperto "interno" di controllo qualità del software: l’attività operativa di controllo sulle stimeera stata demandata a esperti esterni, in outsourcing, mentre l’attività più“teorica” era stata demandata al sig. Emilio S., un dirigente anziano dellaDivisione. Le idee dell’ing. Emilio S. erano quanto menostravaganti, e inizialmente ho provato a farglielo notare, ma poi ha prevalsoil grado. Il mio Capo Area, il dott. Antonio R., si occupava invece dei controlliformali, cartolari, sui documenti di stima e sugli stati di avanzamento, senzaentrare nel dettaglio dei conteggi. Qualche mese dopo la mia assegnazionealla Divisione, l’ing. Danile B. mi ha tolto tutte  le attività, sperando che io chiedessi di abbandonare laDivisione. Per un po’ ho cercato di sopravvivere lavorando in autonomia,scrivendo qualche documento teorico, poi ho ceduto e hochiesto aiuto al sindacato. A questo punto, molto controvoglia, mi hannoofferto un lavoro completamente diverso, un’attività di collaudo software inambiente mainframe IBM. Il capo dell’Area  per la quale avrei dovutolavorare, il dott. Marco N., mi ha espresso chiaramente, fin da subito, la suasfiducia. A quel punto ho chiesto di lasciar perdere, e sono stato subito accontentato.

Un altro fattore che probabilmente avevainciso negativamente sulle mie possibilità di inserimento all’interno dellanuova Divisione Sviluppo era il fatto che per anni io avessi  svolto un'attività di controllo qualità proprio con il personale  di quella  Divisione. Quest’attività di controllo aveva creatonei miei confronti un clima di odio e di sfiducia che io neanche percepivo (ese lo avessi percepito ovviamente mi sarei dato da fare per evitare quella Divisione). Anch’iosono convinto del fatto che il tipo di controlli effettuati (conteggi in Function Point) sia una misura dei costi softwareestremamente inattendibile, e che molto del tempo passato a controllare stimein Function Point sia tempo sprecato, sia per i “controllori” sia per i“controllati”. Ma questo bisognerebbe dirlo a chi ha introdotto in Banca icontratti a Function Point, non certo a me. Sulla validità dei Function Pointin sé, e sul modo in cui il dott. Stefano .F. li ha interpretati nei contrattidella Banca, ci sarebbe molto da discutere. Ma, come ormai è chiaro, il dott.Stefano F. non ammette contraddizioni, a pena di abbassamenti di bollettino eazioni disciplinari.

Nel periodo vissuto presso la Divisione Sviluppo,nell’Area del dott. Antonio R. , i miei problemi psicologici legati all’aggressione subitanel 2007 (disturbo da stress post traumatico) si sono cronicizzati e sonopeggiorati. L’ambiente lavorativo della nuova divisione è un ambiente “difficile” ancheper un informatico, perché richiede competenze specifiche su vecchie proceduremainframe IBM, e notevoli capacità di lavorare in gruppo. In altre divisioni di sviluppo, soprattutto in quelle che lavorano con l’informatica individuale econ il SAP, c’è un clima più rilassato.

In teoria nell’ambiente DSvAI cisarebbero state “nicchie” di sopravvivenza per non specialisti di mainframe IBM,e una di queste era appunto l’area del dott. Antonio R. . Ma il dott. Antonio R. , puressendo laureato in psicologia, ha problemi “esistenziali” di gran lungasuperiori ai miei, e sarebbe stata l’ultima persona in grado di darmi unsupporto corretto per l’inserimento nella Divisione. Anzi, da ex esperto di controlloqualità, il dott. Antonio R. si era inizialmente fissato sul fatto che i miei tempidi permanenza in bagno fossero troppo lunghi (da tempo soffro di sindromedell’intestino irritabile, un problema spesso legato allo stress lavorativo).Ho dovuto anche scrivere una email al Capo Divisione, invocando il diritto allaprivacy, per liberarmi dagli stringenti controlli del dott. Antonio R. . Percompletezza, devo dire che forse il dott. Antonio R. era stato influenzato dal dott.Stefano F. . Infatti ricordo che nella vecchia Divisione il dott. Stefano F. aveva sollevato ilproblema dei tempi di permanenza in bagno addirittura durante una riunionequadrimestrale.

Una volta capito che non sarei mairiuscito ad inserirmi nella nuova Divisione, l’ing. Daniele B. ha cercato diindurmi a chiedere “spontaneamente” un cambio di attività, togliendomi tutte leattività e attuando un “feroce”blocco degli straordinari e della “Banca Ore”. Gli effetti del “blocco” della“Banca Ore” sono stati così efficaci che a fine 2010, avendo esaurito tutti icodici di permesso per partecipare ai gruppi di psicoterapia serali per laterapia del disturbo post traumatico da stress di cui soffrivo, i miei cedolinistipendio riportavano dei negativi di oltre duecento euro. Anche quest’anno l’ing.Daniele B. non mi ha riconosciuto alcune ore di straordinario per la Banca Ore,per cui anche alla fine di quest’anno corro il rischio di esaurire tutti icodici di permesso e andare in negativo. Il fatto che in Bancaesistano dirigenti, con stipendi che vanno ben oltre i 100 mila euro l’anno,che manifestano una tale pidocchieria nel conteggio degli straordinari deidipendenti, mi fa pensare che i black bloc non abbiano tutti i torti. Agliindignados, come sappiamo, ha dato ragione anche Draghi. Per essere precisi, lo stipendio medio del dipendente Bankitalia è di 100 mila euro l'anno. Il grosso della "torta" va ovviamente ai dirigenti, mentre ai dipendenti di livello più basso tocca stringere la cinghia.  



4.   Conclusioni.



In conclusione, la mia discussione del1.9.2011 con il dott. Stefano F. è nata dalla necessità di cercare motivazioni perl’ingiustificato abbassamento di bollettino che ho subito dieci anni fa, nel2001, e la successiva, graduale emarginazione dalle attività più qualificatesvolte dalla sua Area, nella quale ho prestato servizio fino al 2009. Dopo ladiscussione con il dott. Stefano F. del 1.9.2011, il dott. Daniele B. ,  che nonvedeva l’ora di mandarmi via dalla  sua Divisione, invece di cercare di blandirmi mi haminacciato e insultato pesantementente. Effettivamente anche a me piacerebbesapere chi ha avuto, dopo la ristrutturazione dell settore informatico, la felice idea di mandarmi alla Divisione gestita dall'ing. Daniele B., una delle divisioni del settore informatico meno indicateper le mie competenze professionali.

A mio parere, da questa storia escono diversi sconfitti. Uno di questi è la politica di gestione del personale della Banca. L’immagine negativa che la Banca ha dato di sé inpassato con il caso Fazio, e il recente movimento degli indignados con la sua frangia più violenta, quella dei black bloc, non sono certo dovuti alla presenza nella Banca di persone “scomode”, come me. Il problema è che diversi alti dirigenti forniscono, non solo all’interno della Banca maanche all’esterno, un’immagine di autorefenzialità, arroganza e protervia che sta diventando sempre più insopportabile.